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La Societologia è la scienza dei luoghi comuni, nasce infatti nelle piazze, nei bar, nelle sale d'aspetto, nei social network e in tutti i luoghi dove le relazioni umane intessono la loro collettiva e mutevole visione del mondo.

lacquacalda è un'osservatorio sulla salute sociale, tasta solo il polso, non prescrive medicine, non fa diagnosi, per cui è anch'esso sintomo di un male sociale: quello di voler parlare ad ogni costo anche quando non si ha nulla da dire.

Lei è meglio di te


Due amiche in macchina vengono fermate dai carabinieri, ecco il dialogo che segue dopo una rapida occhiata al libretto di circolazione:
Carabiniere: A chi è intestata la macchina?
Ragazza alla guida: A mia sorella.
Carabiniere: Vive con lei?
Ragazza alla guida: No, non si conoscono nemmeno, lei è una mia amica.
Chi si aspettava una barzelletta sulle forze dell’ordine sarà rimasto deluso da questa breve storia realmente accaduta.
L’utilizzo del Lei di cortesia si sta estinguendo a favore di un più amichevole e confidenziale Tu, che salta i preamboli e avvicina all’interlocutore, evitando che ambigue terze perone femminili si intromettano nella conversazione. Eppure la terza persona di cortesia, che nel secolo scorso aveva avuto la meglio sul francesistico Voi, aveva le sue buone qualità, tra le quali quella di permettere a due persone di capire quando veniva valicato il confine della conoscenza formale in favore di una maggiore intimità, di determinare alcuni aspetti gerarchici dovuti all’età e di misurare i livelli di confidenza che si era disposti a offrire e a ricevere. Nel mondo universitario troviamo ancora alcuni Docenti che insistono a dar del Lei a brufolose matricole post-puberali ma ormai anche i cattedratici si stanno convertendo al Tu. Nel mondo professionale si lascia totale discrezionalità al lavoratore nella scelta dei pronomi: tra colleghi è molto raro che ci dia del Lei, quando accade è sintomo di una freddezza relazionale e comunicativa spesso dovuta ad una precisa filosofia dirigenziale.
Nel caso in cui il lavoratore si relazioni con clienti, utenti, il pronome di cortesia può essere utilizzato, a prescindere dalle proprie attitudini relazionali, perché funge da “termostato ambiente”, regolando il flusso di aggressività, di confidenzialità e di necessario distacco.
Proviamo a leggere queste due frasi dall’identico contenuto:
Lei ha le sue ragioni a manifestare questa critica, ma mi spiace,non possiamo accontentala.
Hai le tue buone ragioni a criticare ma non ci posso fare niente.
Se lei non è in grado di risolvermi questo problema dovrò rivolgermi a un suo superiore.
Se non mi aiuti vado dal direttore.
E’ evidente come l’utilizzo del Lei di cortesia “raffreddi il messaggio” e obblighi entrambi gli interlocutori a svolgere la frase in maniera meno secca, tutto ciò si traduce in minore aggressività verbale diminuendo la possibilità di uno scontro e aumentando la possibilità di un confronto.
Ecco cosa accade se uno solo dei due interlocutori utilizza il tu:
- Le avevo proposto questo affare perché credevo potesse interessarle…
- No, non mi interessa, te l’ho detto e non mi va che mi proponi altre cose del genere.
- Si, non le farò altre proposte.
Notiamo che c’è una notevole carica aggressiva in questo dialogo e la si legge in entrambi gli interlocutori, con la differenza che il parlante che utilizza il Lei riuscirà con molte probabilità a “rinfrescare” la conversazione prima che il termometro scoppi o, altrettanto probabilmente, non ci riuscirà, ma avrà dalla sua il fatto di essere stato più cortese dell'altro.
Non so fino a che punto sia consolatorio uscire da una conversazione con un occhio nero ma con un aplomb degno della Regina d'Inghilterra, forse anche un seme gettato fra i sassi ha una piccola possibilità di germogliare o forse l'aggressività avrà la meglio su ogni residua formula di riguardo.
E' probabile che l'estinzione di alcune formalità sia la naturale evoluzione di una società che seleziona gli aspetti comunicativi su un principio di sintesi e di adeguamento alla natura delle relazioni: è nostalgico e reazionario attaccarsi ad un pronome per definire i rapporti personali, dal momento che è auspicabile un livellamento dei ruoli e una maggiore scioltezza verbale.
Allora perché scrivere un articolo su un argomento del genere?
Solo per dedicare un piccolo requiem al Lei di cortesia ricordando le infinite volte che sancì la fine di una cortese amicizia e l’inizio di un grande amore….può darmi del tu se vuole.

Elena Pascolini



Non ci sarebbe bisogno del "lei" se il rispetto fosse in ciò che diciamo, piuttosto che in come lo diciamo. E.P.


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