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La Societologia è la scienza dei luoghi comuni, nasce infatti nelle piazze, nei bar, nelle sale d'aspetto, nei social network e in tutti i luoghi dove le relazioni umane intessono la loro collettiva e mutevole visione del mondo.

lacquacalda è un'osservatorio sulla salute sociale, tasta solo il polso, non prescrive medicine, non fa diagnosi, per cui è anch'esso sintomo di un male sociale: quello di voler parlare ad ogni costo anche quando non si ha nulla da dire.

La paura in testa - Dalla caverna alla brace -


Nello scorso numero abbiamo brevemente descritto l’origine neuroendocrina della paura  e abbiamo chiarito che i nostri antenati grazie al meccanismo di attacco o fuga, provocato dalla percezione di un pericolo, sono sopravvissuti in ambienti ostili e  si sono evoluti fino ai nostri giorni, per finire dalla caverna alla scrivania. Chiaramente anche i pericoli e le paure sono evolute e la tigre dai denti a sciabola si è estinta lasciando il posto a nemici all’apparenza meno aggressivi, ma più subdoli ed equivoci. Facciamo un esempio, se il cavernicolo trova sul suo sentiero la tigre dai denti a sciabola sa esattamente come comportarsi: il terrore immediato da rapido impulso all’amigdala che a sua volta mobilita l’ipotalamo e le ghiandole surrenali, avviando un processo di secrezioni ormonali, come l’adrenalina e la noradrenalina, responsabili di importanti reazioni organiche tra cui l’accelerazione del battito cardiaco, la migrazione circolatoria dagli organi interni al sistema muscolare, l’incremento della frequenza respiratoria  e l’ inibizione dell’insulina con relativo aumento degli zuccheri nel sangue. Questo processo rende la risposta di fuga o di attacco molto più efficace perché mobilita tutte le risorse a favore della capacità muscolare e della risposta aggressiva; il risultato è che il cavernicolo scappa molto più velocemente o attacca molto più efficacemente. Concluso il brutto incontro tutti i valori tornano nella norma.  Ora facciamo un salto in avanti di 200 000 anni e ritroviamo il nostro cavernicolo che ha abbandonato il perizoma di pelliccia a favore di una più scomoda cravatta e siede pacifico dietro una scrivania, lontano da belve e insidie selvagge. La sua serenità è solo apparente perché in effetti la dirigenza ha  annunciato che avverrà presto un taglio del personale e una ricollocazione di molti dipendenti, perché la crisi è la crisi e non risparmia nessuno. Un suo diretto superiore sta divulgando discorsi volutamente vaghi su chi dovrebbe o non dovrebbe subire l’effetto diretto dei tagli,  facendo intendere che si è già in possesso di una rosa di nomi ma che, se i “candidati” dimostrano dedizione  e indiscussa abnegazione per il raggiungimento del  budget, tale lista nera può essere ridiscussa. Ovviamente sono necessari maggiori sacrifici, più straordinari volontaristici e una mano sulla coscienza quando si fa il piano ferie. Ecco cosa accade al nostro homo sapiens impiegatus: la paura di essere lui l’eventuale prescelto e l’ansia prodotta dalla sensazione di perdita di controllo sulla propria vita inviano un messaggio di avvertito pericolo   all’amigdala che mobilita l’ipotalamo e le ghiandole surrenali, avviando la secrezione di adrenalina e noradrenalina, e di seguito le reazioni organiche già descritte. A questo  processo dovrebbe seguire la risposta di attacco o fuga che viene intercettata e inibita dalla corteccia primaria, che  informa il soggetto che il pericolo da lui avvertito non è una tigre dai denti a sciabola ma è un’idea, è un ansia, è un’angoscia: è, in poche parole, una paura astratta ma che potrebbe avere conseguenza concrete.  Altra sofisticata differenza tra il cavernicolo e l’impiegato è che la paura astratta, a differenza di quella tangibile,  è persistente, durevole e costante: ti segue a casa, ti accompagna a letto e la mattina si sveglia prima di te.  La risposta organica, che d’ora in avanti chiameremo stress, è comunque innescata e persiste giorno dopo giorno senza potersi esprimere nello sfogo reattivo per il quale è geneticamente predisposta. Come risultato a lungo termine avremo l’insorgenza di numerose patologie a carico del sistema cardiocircolatorio, del metabolismo, dell’apparato gastrointestinale con conseguenti disfunzioni,  di cui la più dannosa è l’abbassamento delle difese immunitarie che rendono il soggetto preda di un’infinità di ulteriori patologie, nessuna delle quali è facilmente riconoscibile come malattia professionale.  L’organismo del soggetto è sottoposto ad una pressione eccessiva che potrebbe sedarsi solo al cessare dello stimolo o con prolungato riposo, ma nessuna delle due condizioni  è facilmente verificabile,  viste le premesse. 
Il caso che ho esposto non fa riferimento a fatti o persone reali ma è funzionale a fornire un esempio sui meccanismi che sottendono la risposta alla paura, non posseggo difatti elementi che comprovino l’effettivo incontro tra il cavernicolo e la tigre dai denti a sciabola.
Elena Pascolini   

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